valutazioni
Valutare significa acquisire elementi che consentono di determinare il valore da assegnare a eventi, cose e beni ai fini di un giudizio. L’ambito a cui ci riferiamo in questa sezione è quello prettamente giuridico, in cui opera la psicologia forense. Questa è una specifica branca specialistica della psicologia che si distingue da quella della clinica sulla base dello scopo.
La psicologia forense si occupa infatti dei processi cognitivi, emotivi e comportamentali aventi rilevanza per l’amministrazione della giustizia. Si occupa, inoltre, dei problemi psicologici connessi con la costruzione, l’applicazione e l’adesione individuale e collettiva a norme e regole del comportamento e della convivenza umana. Sulla base di teorie, metodi e strumenti psicologici analizza l’interazione tra persona e sistema della giustizia amministrativa, civile, penale, minorile ed ecclesiastica, focalizzandosi sullo studio scientifico di costrutti e processi psicologici di rilievo giuridico, secondo i paradigmi della psicologia cognitiva, sociale, evolutiva, dinamica e della personalità. Le applicazioni delle conoscenze e dei metodi di psicologia forense al contesto giudiziario costituiscono un ausilio sia per l’emissione di sentenze sia per tutelare interessi di parte.
La psicologia forense, nel suo complesso, ha ormai definito una propria identità sociale essendo riconosciuta a pieno titolo fra le varie discipline operanti nel sistema giudiziario da più lungo tempo, come la medicina legale e la psichiatria forense. Essa ha un’impostazione che valorizza sia i vari settori della psicologia (psicologia clinica, psicologia cognitiva, neuropsicologia, psicologia sociale, di comunità, dello sviluppo e dell’educazione, delle relazioni familiari) sia le «discipline di confine», come la sociologia, l’antropologia, la criminologia, ecc. Ha definito il proprio modus operandi non solo nel rispetto del Codice deontologico degli psicologi, ma esplicitando specifiche linee guida condivise.