DISTURBI ALIMENTARI

DISTURBI ALIMENTARI

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I Disturbi alimentari

o anche detti disturbi della nutrizione sono caratterizzati da persistenti comportamenti inerenti l’alimentazione che hanno come risultato un alterato consumo o assorbimento di cibo e che compromettono significativamente la salute fisica ed il comportamento psicosociale. Nonostante un certo numero di caratteristiche comportamentali e psicosociali siano trasversali, le problematiche alimentari differiscono tra loro sostanzialmente per decorso clinico e necessità di interventi differenti e specifici.

Anoressia nervosa (in gergo Anoressia), Bulimia nervosa (Bulimia) e Binge-eating (Abbuffata) sono forse i più conosciuti, tra i disturbi alimentari o per lo meno, quelli di cui noi tutti sentiamo maggiormente parlare. In questo momento è forse più interessante soffermarsi sul vissuto che queste problematiche portano con sè, anche se una breve descrizione ci sembra doverosa e ci può essere  utile per condividere una cornice di significato comune. Ribadiamo il fatto che non siamo qui a fare diagnosi e ciò che ci preme e capire un po’ meglio di cosa stiamo parlando. Che cosa intendiamo con Anoressia, Bulimia e Binge-eating?

L’Anoressia

presenta tre caratteristiche principali a livello diagnostico: persistente restrizione nell’assunzione di calorie, intensa paura di aumentare di peso e di diventare grassi e una significativa alterazione della percezione di sè, sia relativamente al peso sia alla forma del proprio corpo. Le persone che hanno sofferto o soffrono tutt’ora per questa condizione raccontano di percepirsi in sovrappeso o in alcuni casi di sapere che sono magri, ma alcune parti del loro corpo sono grasse. E’ frequente per queste persone adottare tecniche alquanto disparate per valutare le dimensioni ed il peso del proprio corpo: prendersi le misure, continua attenzione alla bilancia ed allo specchio. Spesso la perdita di peso è vissuta come una conquista e dà un impulso positivo all’autostima, al contrario il lievissimo aumento di peso è un evento molto frustrante. L’Anoressia è una problematica subdola, perchè egosintonica. Cosa stiamo dicendo? Ci stiamo dicendo che la perdita massiccia di peso è l’obiettivo di queste persone, quindi è ragionevole supporre che per loro non sia un problema. La maggior parte delle volte la situazione raggiunge l’attenzione del medico perchè portata dai familiari, oppure dall’individuo stesso nel momento in cui sopraggiungono delle problematiche fisiche. L’aspetto rilevante è che il problema che viene portato al clinico non è l’eccessiva perdita di peso. Alla base di questa evidenza sembra esserci la negazione del problema.

La Bulimia

è delineata da due fattori essenziali, un’assunzione smodata di cibo in un breve lasso temporale con una sensazione di perdita di controllo, incapacità di smettere una volta iniziato a mangiare  e condotte compensatorie inappropriate per prevenire l’aumento di peso. Le compensazioni sono l’induzione di vomito, l’assunzione di lassativi e/o diuretici, il digiuno prolungato ed in alcuni casi un’attività fisica smisurata (ossia arrivare al punto che l’esigenza di fare attività fisica compromette altri aspetti della nostra vita come: lavoro, sonno, vita sociale e lo svolgerla anche quando le condizioni mediche suggerirebbero di no). La persona ha un vissuto di vergogna rispetto all’abbuffata, motivo per cui solitamente avviene di nascosto. Anche nel caso di Bulimia un’enfasi molto consistente è attribuita alla forma del corpo ed al proprio peso, che anche in questo caso sembra essere un fattore incidente sui criteri che determinano i livelli di autostima.

Binge-eating

ossia alimentazione incontrollata. Questa problematica è caratterizzata dall’assunzione di una grande quantità di cibo in un periodo limitato di tempo. Alcuni aspetti da considerare sono: il pesante disagio che si prova durante le abbuffate, la modalità di assunzione del cibo è frenetica, il sentirsi sgradevolmente sazi e il mangiare da soli poichè ci si sente a disagio per quanto si sta mangiando e si prova disgusto verso se stessi. Solitamente l’antecedente all’abbuffata è un’emozione negativa. Le abbuffate possono attenuare quest’ultima, tuttavia l’autosvalutazione è imminente e appena successiva. Probabilmente ci stiamo domandando: “che differenza c’è con la Bulimia?” Sostanzialmente nel Binge-eating non vi sono comportamenti compensatori, tipici invece nella Bulimia ed i sentimenti negativi al peso e alla forma del corpo sono una conseguenza, non tanto il motivo per cui si adotta questo comportamento alimentare. La maggior parte delle persone che soffrono di questo problema si rivolgono al medico solitamente per un rimedio all’obesità non per una problematica psicologica.

Possiamo immaginare che un aspetto che accomuna quelli di noi che hanno sofferto o soffrono di disturbi alimentari, sia una profonda sofferenza emotiva ed un forte disagio psichico. Dev’essere davvero estenuante il continuo sforzo per cercare di “andare bene”, faticosissimo l’impegno nel controllare tutto e il non poter lasciar andare, cosi come mortificante la sensazione di perdere il controllo. Il sentirsi in dovere di essere in un “certo modo”, il sentirsi insoddisfatti ed inadeguati, restringere ad un unico aspetto ogni sfaccettatura del “nostro star bene”, tutto questo ci fa provare una profonda tristezza e sincera comprensione per la sofferenza di quelli di noi che stanno vivendo questa situazione.