depressione e disturbi dell’umore
La Depressione e i Disturbi dell’Umore
clinicamente vengono definiti come Disturbi Depressivi. A questo gruppo appartengono diverse problematiche che per brevità, non elencheremo come una sorta di lista della spesa. Quello che ci prefiggiamo è di dare un’idea di massima di ciò che comporta il sentirsi depressi in un’ottica clinica.
Il tono di umore depresso è una sensazione che molti di noi conoscono e con cui hanno fatto i conti in differenti momenti della propria vita, magari particolarmente stressanti o difficili in cui si sono trovati, che hanno affrontato, risolto e tutto ciò ha portato anche ad un cambiamento del sentire.
La tristezza e la sofferenza sono reazioni emotive naturali in certe situazioni, il non provarle ci potrebbe far drizzare le antenne. Chiaramente a nessuno piace sentirsi male, tristi, infelici, tuttavia sono emozioni e le proviamo, anzi ci possono essere utili poichè ci stanno dicendo che c’è qualcosa che non ci sta bene e ci danno la possibilità di metterci le mani, in altre parole il sentirsi male può essere visto come la forza motrice che ci motiva a cercare, trovare e cambiare la “cosa” causa del nostro malessere.
Ma allora quand’è che una persona ha un problema di depressione? Ti sei appena fatto una domanda molto interessante. Ci viene da risponderti con un esempio, così da risultare più chiari.
Incontri due persone per caso e ti raccontano che stanno affrontando, ciascuno per loro conto, una situazione personale molto dolorosa e difficile. Ti dicono che stanno soffrendo molto, che sono tristi, si sentono stanche e sfiduciate, dormono poco, hanno difficoltà a prendere decisioni, hanno sempre meno sensazioni piacevoli: probabilmente stai pensando che queste due persone sono depresse. Noi, al tuo posto, faremmo lo stesso pensiero. Passano due anni e incontri nuovamente le stesse due persone: una ti appare tranquilla, ti dice che ha passato un brutto momento e che adesso ce l’ha fatta a rimettere le cose al loro posto; l’altra invece sta come due anni prima o peggio, ti dice che non c’è una via d’uscita, che tutto è assolutamente nero e non ci si può fare nulla, che ha perso le speranze di poter star meglio e di risollevarsi. Percepisci una profonda tristezza, un forte dolore e una assoluta impotenza.
Ci sembra significativo questo esempio, perchè fa emergere come aspetto ragionevole e naturale, che una persona soffra in situazioni che connota come negative, difficili e stressanti per sè. Siamo essere umani e abbiamo pensieri ed emozioni, e così come non si può “non pensare”, è altrettanto non fattibile “non sentire”.
Quindi ci stiamo dicendo che la questione non sembra essere tanto il fatto che mi sento depresso, quanto il fatto che anche avendo un tempo ragionevolmente lungo (abbiamo considerato due anni), per adottare strategie per modificare la mia situazione e il mio modo di “starci dentro” non ci sono riuscito. Il che mi porta a sentirmi ancor più incapace, con ancor meno possibilità di riuscire a star meglio e con la sensazione che le mie risorse siano sempre meno e più il tempo passa e meno risultati arrivano, sempre maggiore sarà la tristezza e profondo il senso di disperazione. Se prendiamo poi in considerazione tutti gli sforzi e le energie, che la seconda persona del racconto deve aver messo in campo per “provarci” e i risultati che ha ottenuto, a differenza della prima, sono per lui insoddisfacenti, la via d’uscita sembra non esserci e le sue forze sono ormai allo stremo. E’ un circolo vizioso.
Questi aspetti sembrano essere il nocciolo della questione. Per quanto la situazione sia gravosa, difficile e opprimente, nel momento in cui mettiamo sfruttiamo le nostre risorse e le indirizziamo nel verso “giusto”, sentiremo il dolore, staremo anche male, tuttavia, con ogni probabilità, avremo la sensazione che possiamo farcela, che prima o poi questo momento passerà. La nostra cara seconda persona del racconto, forse, si trova in una condizione tale per cui le proprie energie sono indirizzate in modo non cosi proficuo al fine di raggiungere i propri obiettivi. (Con il termine obiettivi facciamo anche riferimento al sentire di cosa si ha bisogno, non solo il risultato finale, poichè se il risultato finale non coincide che il nostro bisogno (priorità) che sensazione, secondo te potresti avere?).
Il chiedere aiuto allo psicologo potrebbe esserti utile per cercare, trovare ed usare le risorse (dentro di te) e le opportunità (ambiente esterno) nella direzione che ritieni realmente migliore per te: l’effetto secondario potrebbe essere che il tuo tono dell’umore migliori.