PSICOLOGO VERONA DOTT. GIORGIO DAL MASO PSICOLOGIA DEL LAVORO GESTINE DEL TEMPO BENESSERE

Sforzo uguale Lavoro fratto Tempo

Produttività, qualità del prodotto, razionalizzazione dei processi per garantire meno sprechi di materia prima e di tempo e sempre maggiori profitti. Questi sembrano gli ingredienti dell’Azienda di successo. Di base sembra ragionevole.

Quali sono le variabili in gioco per rendere concretizzabile l’unione di quei tre concetti?

  1. Il Tempo
  2. Il lavoro
  3. Sforzo (impegno, potenza)

Come si relazionano queste tre variabili tra loro? Facciamoci aiutare dalla fisica:

Detto in altri termini lo Sforzo (Potenza) è quindi la “sveltezza” con cui viene persa l’energia.

Quindi una certa quantità di lavoro è prodotta da un certo sforzo in una determinata quantità di tempo. Ovvio no?! Ce lo dice la fisica! Quindi il dogma lavorare a testa bassa e non fermarsi mai è confermato! Vi torna o non vi torna?

Più sforzo metto in certo lasso di tempo più lavoro produco, cosi come, più tempo dedico a quello sforzo e più lavoro produco. Giusto no?!

Ah dimenticavo c’è il discorso del dissipamento dell’energia, quindi cosa cambia?

Cerco di spiegarmi con un esempio:

Quando giochi a tennis, durante la partita, con l’aumentare dei minuti, la fatica aumenta anche grazie al fatto che cominci a perdere sincronia, cioè il movimento diventa qualitativamente scadente.

Essendo stanco, apri di meno il braccio, arrivi in ritardo sulla palla, non chiudi correttamente il movimento ecc.

Se ti fermi per una pausa, alla ripartenza sarai meno stanco e potrai ricominciare con un movimento migliore.

Se cominci a perdere, a deconcentrarti a causa della stanchezza, a sbagliare le palle a causa di movimenti errati, la tua prestazione scade e perdi la partita.

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Cosa centra con il lavoro tutto questo discorso?

Beh di per sé nulla, eccezion fatta se prendiamo in considerazione la qualità e quantità di prodotto/servizio offerto, allora c’entra in pieno la questione.

Quindi se come datore di lavoro o organizzatore del lavoro avete come obiettivo la qualità e la quantità del prodotto/servizio (Lavoro) che volete offrire, per raggiungerlo tenete ben a mente che il Tempo non è l’unica variabile su cui focalizzarsi.

Se il vostro prodotto/servizio è generato dallo Sforzo di persone (e non da macchinari) è questa, forse, la variabile più importante che bisogna controllare.

Il Tempo non è mai perso, quando serve a recuperare energia e lucidità. Anzi le pause, anche più di quelle che ci sembrano necessarie, a volte, sono risorse per permettere di recuperare ed impiegare al meglio le nostre forze.

Più il lavoro e/o il contesto è stressante maggiore sarà la quantità di tempo necessaria per recuperare e mantenere la prestazione qualitativamente ok.

Un lavoratore stanco sbaglia, impiega più tempo a svolgere un compito, si stressa maggiormente ed è più a rischio Burn out.

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Quindi è importante capire il momento situazionale e personale per poter valutare interventi mirati in certi periodi o con alcuni lavoratori.

Per quanto riguarda la qualità del lavoro, forse ci possiamo render conto, che il tempo perso (che non lo è) a fare una chiacchera in più o a staccare un attimo dall’attività che si sta facendo, ci permette di fare meglio quello che dobbiamo fare.

Per quel che riguarda la quantità, la cosa vien da sé sia abbastanza simile, dieci minuti di lavoro perso (che non lo è) per bere un caffè e fare una chiacchera toglie più produzione del lavorare stanchi? Quando sono stanco produco tanto quanto quando sono riposato?

In questo periodo cosi difficile per molte aziende, in particolare penso ad ospedali ed istituti per anziani in cui il personale ha una situazione estremamente stressante da affrontare. I carichi di lavoro sono esageratamente pesanti e la con una condizione personale altrettanto difficile.

Aggiungiamoci il fatto che si è sotto organico, la soluzione più istintiva che vie da prendere è: “non c’è tempo per le pause, non c’è il giorno di riposo e avanti a testa bassa.

Ecco bisogna far attenzione e trovare un giusto equilibrio tenendo ben a mente le variabili.

Se proprio siete affezionati al Tempo, ok nessun problema è comprensibile, mi vien da dire:

“scegliete come usarlo e strutturarlo”.

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Non c’è un unico modo proficuo per usare il tempo, non è solo lavorare a testa bassa che ci fa rendere e raggiungere il risultato.

Anche staccare, fare una pausa in più è un uso del tempo e sembra, che in certi momenti, possa anche essere più funzionale per il risultato, sia in termini qualitativi sia quantitativi.

Quindi più sono stanco, più mi sforzo per fare il mio lavoro e più mi stanco. Questo comporta un calo della prestazione in termini qualitativi e quantitativi, e stressa cosi tanto la persona che poi diventa più difficile recuperare.

Va da sè che anche, e forse soprattutto, nel lungo periodo questa modalità ha ricadute negative, perché la prestazione sarà deteriorata non solo nel presente, anche nel futuro.

Il recupero resta fondamentale, sempre e comunque se l’obiettivo è la prestazione (lavoro da svolgere).

Datori di lavoro, organizzatori, responsabili… il tempo è sempre quello e non è detto che più lavorano più e meglio producono. Ciò che permetterà ai vostri lavoratori di ottenere il risultato, dipenderà da come glielo organizzerete il tempo e/o da come gli permetterete di organizzarselo.

Sforzo protratto senza recupero adeguato = distress = calo della performance = burn out quindi a lungo termine perderete produttività, qualità e anche la salute del lavoratore. Questo è un circolo vizioso.

Sforzo e recupero = eustress = mantenimento della performance = benessere e soddisfazione per i risultati raggiunti. Anche questo è un circolo. VIRTUOSO